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11 giugno 2025
14:32
Sanità, sei milioni di persone rinunciano alle visite e il dl Liste d’attesa è inutile: allarme di Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze).

A un anno dal decreto Liste d’attesa del governo, la situazione in Italia è peggiorata: nel 2024 ben 5,8 milioni di persone hanno rinunciato a visite o esami, e quattro milioni l’hanno fatto perché i tempi di attesa erano troppo lunghi. L’allarme lo lancia la Fondazione Gimbe che sottolinea che solo tre decreti attuativi su sei, tra quelli legati al dl Liste d’attesa, sono già stati pubblicati.
Il decreto legge sulle liste d’attesa varato nel giugno 2024 "non ha ancora prodotto benefici concreti per i cittadini". Questo, in sintesi, è il risultato dell'analisi condotta dalla Fondazione Gimbe. I dati mostrano che lo scorso anno sei milioni di persone hanno rinunciato alle visite e agli esami medici, e di queste quattro milioni lo hanno fatto perché i tempi d'attesa erano troppo lunghi. Un numero più alto del 50% rispetto all'anno precedente.
Il motivo è anche che il decreto, in buona parte, non è ancora stato messo in pratica: il ministero della Salute ha pubblicato solamente tre decreti attuativi su sei previsti.

Quanti italiani rinunciano alle visite mediche e perché
Nel Paese, intanto, è sempre più alto il numero di persone che rinunciano a esami e visite pur avendone bisogno. Il dato Istat sul 2024 dice che l'hanno fatto circa 5,8 milioni di persone, ovvero il 9,9% della popolazione. L'anno prima erano state 4,5 milioni di persone, e nel 2022 erano 4,1 milioni. Una grossa parte di questi cittadini rinuncia a ricevere un test o una visita proprio perché i tempi di attesa sono troppo lunghi: sono stati quattro milioni di persone. Nel 2023 erano 2,7 milioni, nel 2022 2,5 milioni. Pesano molto anche le difficoltà economiche, che hanno spinto 3,1 milioni di persone alle rinunce. il numero di persone che rinuncia alle visite è salito del 51%.
Se i tempi sono "inaccettabili", qualcuno può rivolgersi al privato; ma se i costi sono troppo alti, allora la sanità "diventa un lusso", e "la scelta obbligata diventa rinunciare".
IL decreto Liste d'attesa "si è impantanato tra le complessità tecnologiche" e la "prolungata tensione istituzionale tra governo e Regioni". Ora, rischia di "restare solo una promessa mancata". Il motivo è anche che lo strumento scelto dal governo, il decreto d'urgenza, era "del tutto incompatibile con la complessità del fenomeno".Non servono misure emergenziali ma "investimenti consistenti sul personale sanitario, coraggiose riforme organizzative, una completa trasformazione digitale e misure concrete per arginare la domanda inappropriata di prestazioni sanitarie".

Rette RSA: la Cassazione stabilisce la copertura totale per i malati di Alzheimer
o di demenza senile
La recente sentenza 33394 della Corte di Cassazione rappresenta una svolta significativa per le famiglie che assistono persone affette da Alzheimer o demenza senile. La Suprema Corte ha stabilito che le rette RSA per questi pazienti devono essere interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sollevando così le famiglie da oneri economici spesso insostenibili.
Questa sentenza rappresenta una speranza per oltre un milione di malati di Alzheimer in Italia e per le loro famiglie, che quotidianamente affrontano le sfide legate alla assistenza dei propri cari.
L’impatto economico dell’Alzheimer sulle famiglie italiane
Assistere un familiare affetto da Alzheimer o da demenza è un compito difficile. Richiede tempo, energie e soldi, spesso oltre le possibilità della famiglia. In Italia, circa un milione di persone soffre di demenza. Il numero è destinato a crescere con l’invecchiamento della popolazione. Chi si prende cura del malato, spesso un parente stretto, deve affrontare spese per farmaci, assistenza e adattamenti domestici per la sicurezza.

Molte famiglie assumono badanti, ma il costo è elevato. Altri caregiver (*) riducono il lavoro o lo abbandonano, con conseguenze sul reddito. Questo porta a difficoltà economiche e stress emotivo. I costi dell’assistenza possono rappresentare un grave onere per le famiglie italiane, incidendo sia sulle spese sanitarie che su quelle per il supporto domiciliare.
Il peso psicologico è enorme. I caregiver vivono spesso situazioni di ansia, solitudine e stanchezza cronica. Senza supporto, il rischio di depressione è alto.L’assistenza pubblica è frammentaria e varia tra le regioni. Poche famiglie possono permettersi strutture specializzate, spesso molto costose. L’assistenza domiciliare non è sempre sufficiente.
Per alleggerire questo peso, servono più aiuti concreti. Bisogna investire nei servizi di supporto ai caregiver, aumentare le ore di assistenza domiciliare e rendere le strutture accessibili.
Nonostante la sentenza rappresenti un passo avanti fondamentale, è necessaria una legge nazionale che disciplini in modo chiaro e univoco l’esenzione delle rette RSA per i malati di Alzheimer. Il rischio, infatti, è che senza un intervento legislativo, si creino disuguaglianze nell’applicazione della sentenza tra le diverse Regioni.(*) La figura del caregiver familiare (letteralmente "prestatore di cura") individua la persona responsabile di un altro soggetto dipendente, anche disabile, di cui si prende cura in un ambito domestico.
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L’AST 4 fa presente che sul proprio sito web è attivo un sistema di monitoraggio degli accessi al Pronto Soccorso dell’ospedale Murri di Fermo.Chiunque potrà verificare, in qualsiasi momento e in tempo reale, il stato operativo attraverso il link:
https://www.asur.marche.it/ast-fermo e facendo poi scorrere la pagina aperta verso il basso cliccando sulla dicitura:
“Cliccando qui accedi al servizio per visualizzare i tempi di attesa del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Fermo”.

Nella sezione "ALPI"
l'elenco aggiornato (scaricabile e stampabile)
dei medici in libera professione dell'Ospedale
di Fermo e le loro tariffe
Visualizza la sezione
"In evidenza"

Nella sezione "In evidenza":
- i servizi forniti dall'URP
- il regolamento unico di Pubblica Tutela
- il III Rapporto CENSIS sullo stato del SSN
ELENCO MEDICI DI BASE AST 4 - DISPONIBILITA' E ORARI
(Aggiornato a 16/05/2024 ore 07:22 (fonte ASUR)
Seleziona , copia e incolla il sottostante link
per visualizzarlo e/o scaricarlo
https://serviziweb.asur.marche.it/mmgpls/index.php


Il medico di base (medico di famiglia)
Il medico di base, o medico di famiglia è una figura professionale che rappresenta per le famiglie assistite un punto di riferimento nel campo della medicina generale (continua alla sezione "In evidenza").
Segnalazioni URP AST4 FERMO
Nel corso del 2023 le segnalazioni pervenute sono state 116 ed hanno riguardato 100 reclami e 16 encomi.I reclami hanno riguardato prevalentemente le tematiche relative a: prestazioni e cure (37),tempi di attesa (24), accessibilità (16) e aspetti organizzativi (13).


AST FERMO Reclami (%) classificati secondo chi li ha segnalati
Via libera ai maxi ambulatori. Per i piccoli ospedali un patto fra AST e i sindaci. Stabilito il cronoprogramma degli interventi per le Case di Comunità
I nuovi ospedali di Fermo e Amandola rilanciano la sanità fermana, ma l’attenzione si concentra anche sui paesi più piccoli in cui saranno attivate altre Case di Comunità per garantire ai cittadini servizi più adeguati. Fra le novità, quella per l’ex ospedale di Montegiorgio, con i medici in arrivo da aprile (da 5 a 10 unità). Lo stabile è oggetto di una riqualificazione finanziata con i fondi del terremoto che permetteranno di terminare i lavori entro il 2025.

Una struttura simile è stata già inaugurata, circa un anno e mezzo fa, a Sant'Elpidio a Mare, dove operano in tutto 15 medici, unico esempio nelle Marche.
A seguire anche l'ex ospedale di Montegranaro, che diventerà a sua volta Casa di Comunità grazie ai fondi del Pnrr e ai lavori che termineranno entro il 2026.
Anche Petritoli è pronta a diventare Casa di comunità: qui i lavori di riqualificazione da un milione e seicentomila euro (fondi Pnrr), dovrebbero finire entro l’anno. L'l'intervento riguarda la messa in sicurezza antisismica e l'efficienza energetica, nella parte relativa agli ambulatori, al 118 e all'Avis. Una volta aperta e riorganizzata la struttura sarà aperta 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.


Sono 4,5 milioni le persone che rinunciano alle cure per problemi economici, liste di attesa o difficoltà di accesso
Il numero delle persone che hanno dovuto fare a meno delle cure ammonta al 7,6% dell'intera popolazione nel 2023, in aumento rispetto al 7% dell'anno precedente, con 372 mila persone in più.
Cittadinanzattiva ha presentato al Ministero della Salute il Terzo Rapporto Civico sulla Salute in cui viene delineata “una immagine” di un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) fortemente indebolito, fragile e spesso inadeguato a fronteggiare le richieste di salute dei cittadini
L'indagine, ha analizzato le oltre 24 mila segnalazioni che sono state fatte nel corso del 2023 al sistema sanitario.
Il 32,4% fa riferimento al mancato accesso alle prestazioni e alle lunghe attese per visite, esami e interventi.
Il 14,2% invece alle difficoltà nel rapporto tra i cittadini e i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta nella continuità assistenziale e nel raccordo ospedale territorio.
Sono poi segnalati l’Assistenza Ospedaliera 13,3%, tra cui i Pronto Soccorso nei quali il numero del personale è una delle maggiori fragilità del sistema; mancano infatti circa 4500 medici e 10000 infermieri rispetto a quelli strettamente necessari.
In particolare nei Pronto Soccorso i i cittadini lamentano:
- le lunghe attese al telefono prima di parlare con l’operatore;
- le ore d’attesa prima di essere visitati;
- la disorganizzazione nella gestione delle priorità;
- le scarse informazioni fornite dal personale sanitario.
Seguono poi le segnalazioni riguardanti le carenze dell'Assistenza Territoriale 11,1% e della Prevenzione 8,6%.
A conferma del fenomeno della rinuncia alle cure sono anche i dati forniti sulle prestazioni erogate.
Nel confronto tra il 2019 e il 2023, a fronte di un aumento cospicuo del numero di prescrizioni si registra solamente per il 2023 una diminuzione di circa l'8% delle prestazioni eseguite.
Riguardo alla Prevenzione, le persone che si sono rivolte a Cittadinanzattiva lamentano soprattutto:
- informazioni carenti, incomplete e/o contraddittorie;
- difficoltà di prenotazione e disorganizzazione nei centri vaccinali per le vaccinazioni ordinarie;
- mancata lettera di invito agli screening oncologici gratuiti da parte dell'AST e/o l’impossibilità di prenotarli autonomamente.
Il rapporto completo è scaricabile dal link:
https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1729504489.pdf
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è un'iniziativa di Cittadinanzattiva, nata nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell'ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale. Il Tribunale per i diritti del Malato (TdM) è una rete costituita da cittadini che si impegnano a titolo volontario.
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